Lorefice è il nuovo vescovo di Palermo: «Penso una Chiesa che sostiene la vita di chi è in difficoltà come fanno il centro Astalli, il centro Santa Chiara, la Caritas e la Missione di Biagio Conte»

 

«Che ci faccio qui? È da un po’ di giorni che me lo chiedo però ci sono e ci voglio essere». La rivoluzione di Papa Francesco passa anche da Palermo. La guida pastorale della città passa ufficialmente ad un prete di strada, sempre vicino agli ultimi e ai più deboli, in lotta contro ogni tipo di mafia, nel silenzio dei media. Don Corrado Lorefice, il parroco di Modica, si è insediato ieri nell’arcidiocesi di Palermo durante una cerimonia solenne che ha coinvolto tutti i cittadini e le istituzioni. Una città in festa per accogliere la sua guida spirituale che sarà portata avanti del segno di don Pino Puglisi e «della sua Chiesa di frontiera» come l’ha definita lo stesso Don Corrado. Durante il suo discorso ai fedeli ha ribadito il suo impegno «per una Sicilia libera dai lacci di tutte le mafie, dai giovani costretti a partire, dalla povertà, dall’ingiustizia», senza mai dimenticare chi vive ai margini della società. Per questo durante il suo discorso Don Corrado ha citato chi quotidianamente si impegna al sostegno dei più deboli, ricordando anche l’operato del Centro Astalli insieme a quello della Caritas, del Santa Chiara e della Missione di Biagio Conte. Palermo è una città multietnica. L’immigrazione, l’integrazione, il dialogo interreligioso e interetnico saranno tra le sfide più importanti del suo pastorale. «È l’identità stessa del Cristianesimo e del Vangelo ad imporre l’accoglienza e la solidarietà nei confronti dei forestieri. L’immigrazione è un fenomeno epocale che interpella sia la Chiesa come comunità diocesana, sia lo Stato come entità pluralista e società aperta» aveva già dichiarato circa un mese fa durante un’intervista a “Famiglia Cristiana”. L’invito è quello di farci orientare dalla bussola della Costituzione Italiana e in particolare dal principio di uguaglianza, sancito dall’articolo tre, che tra lacrime e commozione ha poi recitato.

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali»

Inizia così il cammino di Don Corrado, che nonostante la sua nomina a vescovo di Palermo, non dimentica le sue origini e continua a farsi chiamare così. Buona strada Don Corrado.