Si celebra oggi, domenica 17 gennaio 2016, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, indetta dalla chiesa cattolica per celebrare l’incontro, l’accoglienza, il rispetto delle differenze e la solidarietà nei confronti del nostro prossimo, che sia straniero, immigrato o rifugiato. Un giornata per ricordare anche tutte le vittime dei naufragi al centro delle cronache dei media nazionali, e tutti quelli che invece sono morti nel deserto o in qualsiasi altra parte del mondo rimasta lontana delle nostre telecamere e dai nostri giornali. «I migranti ci interpellano», è questo il titolo dato da Papa Francesco a questa ricorrenza. Ci interpellano sui nostri sistemi di accoglienza, sulle leggi spesso tra loro contraddittorie, sul diritto d’asilo, sull’assenza dei canali umanitarie e così facendo mettono a nudo le nostre responsabilità. Le cronache degli ultimi giorni ci raccontano di un clima teso e nervoso, che ha portato alla chiusura delle frontiere, all’innalzamento di muri che non sono solo quelli fisici, ma anche quelli, forse ancora più pericolosi, del pregiudizio, dell’avversione e della paura dell’altro. In questo preciso momento storico assistiamo ad una crisi umanitaria senza precedenti, in cui si fugge in massa da luoghi dove solo orrore e paura trovano posto, dove i bombardamenti sono all’ordine del giorno, dove per le strade si assiste a esecuzioni pubbliche di una “giustizia” tutta personale ed esercitata in modo arbitrario, dove ogni libertà è soppressa. Nello stesso momento l’Europa innalza le sue barriere in nome della sicurezza e della lotta la terrorismo. Ma «I terroristi fondamentalisti possono tranquillamente contare sulla miope collaborazione dei loro nemici» – come ha ricordato il sociologo Zygmunt Bauman in una recente intervista a Open Migration – le cui azioni, negli ultimi tempi hanno portato alla sospensione di regole base della democrazia, all’avversione verso gli stranieri, alla ribalta delle idee xenofobe, alle rappresaglie illegittime e ingiustificabili contro i rifugiati, ai fatti di Colonia, per cui nessuno – o quasi – ha messo in discussione le notizie talvolta assurde, talvolta incongruenti che sono rimbalzate su tutti i giornali e i telegiornali. E questo non ha fatto che aumentare avversione e sospetto a cui si aggiunge la difficoltà degli stati a gestire il fenomeno migratorio. In Sicilia nei giorni scorsi, negli hot spot di Trapani e di Lampedusa, sono stati emanati dei decreti di espulsione nei confronti di migranti provenienti da paesi che sono considerati “sicuri”, come se le persecuzioni fossero legate alla nazionalità e non ad una condizione personale.
Il Centro Astalli Palermo conta, ad oggi, quasi 8600 nuclei familiari assistiti oltre agli ospiti, rifugiati e richiedenti asilo, della struttura SPRAR e si confronta quotidianamente con i problemi reali di chi lascia il suo paese, più o meno forzatamente, e incontra qui ostacoli fisici e mentali. I nostri volontari vengono formati e informati sui fatti di cronaca recenti, vengono invitati ad un pensiero e analisi critici di ciò che accade, in Sicilia come nel resto del mondo, e a farsi operatori, con il loro gesti, i loro pensieri e le loro parole, di quella verità che altro non è che il rispetto e l’accoglienza della diversità del nostro prossimo.
In questa giornata ricordiamo il nostro impegno volto non solo a fornire aiuto e assistenza, ma anche strumenti concreti per l’autonoma realizzazione dei propri progetti di vita. I migranti rappresentano un risorsa, economica e sociale, e la loro diversità è fonte di arricchimento culturale per il nostro paese. Le società moderne sono destinate alla coesistenza di diversi gruppi etnici a dispetto di chi, ancora oggi, si fa portatore dell’idea di una “società pura e non meticcia”. L’Accoglienza – sì, quella con la “A” maiuscola – è l’unica soluzione per evitare lo scontro di civiltà.
Oggi celebriamo l’Accoglienza, non solo come guida del nostro lavoro ma anche del nostro stile di vita. C’è chi ci accusa di essere «sacerdoti del buonismo». Noi rispondiamo che i veri criminali dell’umanità non vanno cercati tra chi scappa dagli orrori perché in questo modo si rischia di confondere le vittime con i carnefici. Questi ultimi vanno cercati nei luoghi dove spesso si incontrano anche le contraddizioni dell’Occidente.
gen 17 2016
Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Centro Astalli Palermo: l’Accoglienza non solo come guida del nostro lavoro ma anche del nostro stile di vita
Si celebra oggi, domenica 17 gennaio 2016, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, indetta dalla chiesa cattolica per celebrare l’incontro, l’accoglienza, il rispetto delle differenze e la solidarietà nei confronti del nostro prossimo, che sia straniero, immigrato o rifugiato. Un giornata per ricordare anche tutte le vittime dei naufragi al centro delle cronache dei media nazionali, e tutti quelli che invece sono morti nel deserto o in qualsiasi altra parte del mondo rimasta lontana delle nostre telecamere e dai nostri giornali. «I migranti ci interpellano», è questo il titolo dato da Papa Francesco a questa ricorrenza. Ci interpellano sui nostri sistemi di accoglienza, sulle leggi spesso tra loro contraddittorie, sul diritto d’asilo, sull’assenza dei canali umanitarie e così facendo mettono a nudo le nostre responsabilità. Le cronache degli ultimi giorni ci raccontano di un clima teso e nervoso, che ha portato alla chiusura delle frontiere, all’innalzamento di muri che non sono solo quelli fisici, ma anche quelli, forse ancora più pericolosi, del pregiudizio, dell’avversione e della paura dell’altro. In questo preciso momento storico assistiamo ad una crisi umanitaria senza precedenti, in cui si fugge in massa da luoghi dove solo orrore e paura trovano posto, dove i bombardamenti sono all’ordine del giorno, dove per le strade si assiste a esecuzioni pubbliche di una “giustizia” tutta personale ed esercitata in modo arbitrario, dove ogni libertà è soppressa. Nello stesso momento l’Europa innalza le sue barriere in nome della sicurezza e della lotta la terrorismo. Ma «I terroristi fondamentalisti possono tranquillamente contare sulla miope collaborazione dei loro nemici» – come ha ricordato il sociologo Zygmunt Bauman in una recente intervista a Open Migration – le cui azioni, negli ultimi tempi hanno portato alla sospensione di regole base della democrazia, all’avversione verso gli stranieri, alla ribalta delle idee xenofobe, alle rappresaglie illegittime e ingiustificabili contro i rifugiati, ai fatti di Colonia, per cui nessuno – o quasi – ha messo in discussione le notizie talvolta assurde, talvolta incongruenti che sono rimbalzate su tutti i giornali e i telegiornali. E questo non ha fatto che aumentare avversione e sospetto a cui si aggiunge la difficoltà degli stati a gestire il fenomeno migratorio. In Sicilia nei giorni scorsi, negli hot spot di Trapani e di Lampedusa, sono stati emanati dei decreti di espulsione nei confronti di migranti provenienti da paesi che sono considerati “sicuri”, come se le persecuzioni fossero legate alla nazionalità e non ad una condizione personale.
Il Centro Astalli Palermo conta, ad oggi, quasi 8600 nuclei familiari assistiti oltre agli ospiti, rifugiati e richiedenti asilo, della struttura SPRAR e si confronta quotidianamente con i problemi reali di chi lascia il suo paese, più o meno forzatamente, e incontra qui ostacoli fisici e mentali. I nostri volontari vengono formati e informati sui fatti di cronaca recenti, vengono invitati ad un pensiero e analisi critici di ciò che accade, in Sicilia come nel resto del mondo, e a farsi operatori, con il loro gesti, i loro pensieri e le loro parole, di quella verità che altro non è che il rispetto e l’accoglienza della diversità del nostro prossimo.
In questa giornata ricordiamo il nostro impegno volto non solo a fornire aiuto e assistenza, ma anche strumenti concreti per l’autonoma realizzazione dei propri progetti di vita. I migranti rappresentano un risorsa, economica e sociale, e la loro diversità è fonte di arricchimento culturale per il nostro paese. Le società moderne sono destinate alla coesistenza di diversi gruppi etnici a dispetto di chi, ancora oggi, si fa portatore dell’idea di una “società pura e non meticcia”. L’Accoglienza – sì, quella con la “A” maiuscola – è l’unica soluzione per evitare lo scontro di civiltà.
Oggi celebriamo l’Accoglienza, non solo come guida del nostro lavoro ma anche del nostro stile di vita. C’è chi ci accusa di essere «sacerdoti del buonismo». Noi rispondiamo che i veri criminali dell’umanità non vanno cercati tra chi scappa dagli orrori perché in questo modo si rischia di confondere le vittime con i carnefici. Questi ultimi vanno cercati nei luoghi dove spesso si incontrano anche le contraddizioni dell’Occidente.