ago 31 2015
Migranti in Europa: problema o risorsa? Seminario 11 settembre, scarica la scheda di iscrizione!
Le politiche dell’immigrazione fanno ormai parte delle agende politiche dei governi di tutto il mondo, Europa compresa. Ma siamo sicuri che la strada sin qui perseguita sia quella più efficace? E’ possibile pensare ad un modello alternativo alla chiusura delle frontiere, da un lato, ma anche ad un multiculturalismo acritico tout court, dall’altro?
A queste ed altre domande si tenterà di fornire una risposta nel corso del seminario dal titolo “Gli immigrati nel contesto dell’Unione Europea: evoluzione e prospettive” organizzato dall’Istituto Arrupe, attraverso il suo Osservatorio Migrazioni, venerdì 11 settembre 2015 a partire dalle ore 8.30.
L’incontro, introdotto da Nicoletta Purpura, direttore dell’Istituto Arrupe, nasce dalla collaborazione con il Centro Educativo Ignaziano (CEI) e il Centro Astalli Palermo, con il patrocinio del Jesuit Social Network (JSN) e del Jesuit Refugee Service Italia (JRS) e grazie al sostegno della Fondazione Generali.
Due le relazioni principali tenute, rispettivamente, da Maurizio Ambrosini, docente di sociologia dei processi migratori e sociologia urbana presso l’Università degli Studi di Milano, e Chiara Peri, coordinatrice della progettazione, addetta alle relazioni internazionali e ai programmi di dialogo interreligioso presso l’Associazione Centro Astalli di Roma. Spazio anche ad una partecipazione attiva per chi prenderà parte al seminario: verranno, infatti, creati gruppi di lavoro che affronteranno alcuni temi specifici per proporre spunti di riflessione e azione concreta
Il seminario, la cui partecipazione è gratuita, è rivolto a ricercatori, operatori sociali, studenti, Istituzioni pubbliche, Organizzazioni del terzo settore. Si chiede di compilare un’iscrizione previa attraverso la PRESENTE SCHEDA da rinviare entro e non oltre il 9 settembre 2015.
Per la brochure e la scheda di iscrizione: www.istitutoarrupe.it
lug 26 2015
Appuntamenti in TV
DA NON PERDERE QUESTA SETTIMANA DUE IMPORTANTI APPUNTAMENTI TELEVISIVI IN CUI SARA’ PRESENTE IL CENTRO ASTALLI PALERMO:
Martedì 28 luglio alle 21:15 su RAITRE – 47 35 PARALLELO ITALIA
E
Sabato 1 agosto alle 17:10 su RAIUNO – A SUA IMMAGINE
POTRETE SEGUIRE I PROGRAMMI IN DIRETTA O RIVEDERLI IN STREAMING SUL SITO RAI.TV
lug 25 2015
La fuga e poi il lavoro “Così è cominciata la nostra nuova vita”
Ci sono migranti che con un permesso di soggiorno in tasca sono riusciti a cambiare la loro vita. Sono arrivati in città dopo un viaggio di fortuna nel Mediterraneo e adesso con un lavoro possono davvero guardare avanti. Come Fatima, marocchina di 30 anni, due figli, ospite al centro Astalli che fa parte della rete Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati di Palermo.
Dopo un tirocinio di quattro mesi ha firmato un contratto come addetta alle pulizie con un hotel del centro città. Tutto grazie al progetto delle borse-lavoro del centro Astalli che ha già dato un’occupazione a una decina di giovani rifugiati. «Ci sono dei fondi destinati a questa finalità — dice Alfonso Cinquemani, presidente dell’Astalli — cerchiamo di attivare più borse possibili per dare a tutti un’opportunità». E i migranti sono davvero entusiasti.
«Sono davvero felice — dice la ragazza marocchina — Mi sembra di voltare pagina. Per quelli come me che hanno dovuto lottare anche per ottenere i documenti, trovare un lavoro dignitoso è una vera fortuna».
Come Fatima c’è anche Dumal, 26 anni del Senegal. Anche lui ha firmato un contratto, questa volta con una delle sedi romane del Burger King. È scappato dal suo Paese d’origine e ha perso i contatti con la sua famiglia. La sua vita adesso è in Italia.
C’è un altro ragazzo del Gambia che ha appena concluso il tirocinio al supermercato Marotta di corso Tukory. Il progetto delle borse-lavoro del centro Astalli andrà avanti per tutta l’estate. Basta essere in possesso del permesso di soggiorno. Sette sono già state attivate con grande successo e altre partiranno nei prossimi giorni. «Abbiamo pianificato un percorso ad hoc per i nostri ospiti — dice Rosalia Lanza, del centro Astalli — Devo dire che da parte loro c’è stata grande motivazione. L’obiettivo è renderli autonomi una volta ottenuto il permesso di soggiorno, in modo da potersi affrancare dal centro con un’indipendenza economica».
c.b.
lug 18 2015
La fratellanza nella diversità: le celebrazioni di fine Ramadan a Palermo
«Eid Mubarak». È l’augurio che chiude il mese del Ramadan. Eid El-Fitr, l’Eid piccolo, la festa che segna la fine del mese più sacro del calendario islamico, rappresenta la seconda celebrazione più importante per i musulmani di tutto il mondo. Vivere in un paese straniero significa stare in un posto che non ha atmosfera di festa quando, invece, per te lo è, significa trovare dei luoghi di condivisione in cui poter celebrare quella che per te è un ricorrenza importate e ricreare i sapori gli odori e le atmosfere di casa. La fratellanza nella differenza, uniti ma diversi, il Ramadan ogni anno unisce nella preghiera, nel digiuno, nella meditazione e nell’autodisciplina, i musulmani di tutto il mondo. A Palermo è presente una consistente comunità musulmana, di cui si contano provenienze soprattutto da Marocco, Tunisia, Egitto, Senegal, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Mali, Ghana. E se l’osservanza dei principi è uguale per tutti, ogni comunità festeggia a modo proprio. In 3.000 si sono recati al Foro Italico per la preghiera che chiude il Ramadan. Gli uomini in thawb, la tipica tunica candida, inginocchiati sulle stole. Dalla strada sembrano un mare bianco che precede quello azzurro. Alla preghiera hanno partecipato anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, l’assessore comunale alla partecipazione, Giusto Catania, e il presidente della consulta delle culture, Adham Darwasha. Ma la festa grande è la sera quando i musulmani si incontrano con amici e parenti per condividere insieme la fine del Ramadan e l’inizio dello Shawwal, il decimo mese del calendario lunare islamico. Ci si incontra per recitare insieme i Tarawih, la preghiera che i musulmani recitano un’ora e mezza dopo il tramonto e poco prima dell’alba durante tutto il mese del Ramadan. Poi si condivide l’iftar, il pasto serale, fatto dai piatti tipici della propria regione.
Per celebrare l’Eid El-Fitr, i bengalesi invitano a casa propria amici e parenti. Per le donne è l’occasione di sfoggiare vestiti nuovi e coloratissimi, le mani decorate di henné rosso che fa risaltare l’oro di tutti bracciali che portano sulle braccia; sugli occhi ombretti colorati e eyeliner che esalta la forma allungata dell’occhio. Per ricreare le atmosfere di casa si cucinano piatti tipici bengalesi come il Panta Ilish, a base di riso e pesce. Dopo cena si intonano i canti islamici.
Anche i tunisini condividono la festa di fine Ramadan con amici, parenti e vicini più stretti, non solo tunisini ma anche palermitani. Per l’occasione si prepara il kosksi bel 3osban, il tipico cous-cous tunisino che in occasione dell’Eid si prepara solo con l’agnello. Insieme agli amici si mangiano i maqroud, tipici dolci tunisini originari della zona di Kerouan e i datteri, sempre in numero dispari, come faceva il profeta Maometto.
La comunità Maliana di Palermo, invece, si è riunita a casa dell’esponente più anziano per pregare insieme e condividere l’iftar.
Molti altri musulmani a Palermo non sono riusciti a trovare un luogo per poter festeggiare insieme l’Eid El-Fitr. La mancanza di spazi comuni dove organizzare le principali celebrazioni della propria cultura è un fatto comune a molte comunità di immigrati in città. Accogliere, integrare, significa anche creare degli spazi di riunione, condivisione e scambio interculturale. Sono proprio le occasioni delle celebrazioni di una cultura che non è la nostra che ci suggeriscono quanta strada e quanto lavoro c’è da fare ancora in questo senso.
By Gaia Garofalo • News •
set 1 2015
Garanzia Giovani: corsi di formazione per ragazzi tra i 18 e i 29 anni
Locandine
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