set 16 2015
Avviso selezione pubblica di incarichi Co.Co.Co. per diverse figure professionali
L’azienda ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello ha indetto una selezione pubblica per il conferimento di incarichi di collaborazione coordinata e continuativa per le figure professionali di: psicologo, assistente sociale, educatore professionale e mediatore interculturale. La scadenza per la presentazione delle domande di ammissione è fissata per il 25 settembre 2015.
Clicca qui per visualizzare il bando.
By Gaia Garofalo • Bandi e concorsi •
set 15 2015
Nota alla stampa: Per il Centro Astalli l’UE torna ad eludere la domanda principale: oggi chi scappa dalla guerra come può arrivare legalmente a chiedere asilo in Europa?
Abbiamo intravisto nelle parole del presidente Juncker della scorsa settimana un nuovo volto di un’Europa finalmente solidale e accogliente.
“Oggi ci troviamo a constatare che le persone continueranno a morire in viaggi che sono gestiti esclusivamente da trafficanti.
Dopo l’ennesimo vertice ci sembra di ritornare al punto di partenza e ci troviamo ancora una volta a porre la domanda di sempre sulla principale questione da affrontare: quali vie legali per chiedere asilo in Europa? Oggi chi scappa da guerre e persecuzioni e legittimamente vuole esercitare il suo diritto a chiedere protezione negli stati dell’UE non ha alternative al traffico di esseri umani” è il commento di p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli.
Prima delle quote, prima dei programmi di rimpatrio, prima degli hot spot con relative inaccettabili misure di detenzione e coercizione nei confronti dei migranti è necessario stabilire immediatamente canali umanitari sicuri che evitino la morte di altri innocenti.
“Visti umanitari per chi scappa dalla guerra, humanitarian desk nei Paesi di transito, ampi programmi di resettlement: sono molte le proposte formulate negli anni dagli enti di tutela. Si inizino sperimentazioni serie e su numeri adeguati alla realtà dei flussi migratori. A questo livello vanno investite energie e risorse. È in questa direzione che vanno concentrati gli sforzi”, continua Ripamonti che conclude ricordando l’ultimo naufragio.
“Domenica alla vigilia del vertice sono morte 38 persone al largo della Grecia. Tra loro 15 bambini di cui 4 neonati. Il risultato dell’incontro europeo offende la memoria di quelle vittime e di tutti coloro che ogni giorno perdono la vita nel tentativo di vivere in pace in Europa”.
Ufficio stampa Centro Astalli
Donatella Parisi 06 69925099 – d.parisi@fondazioneastalli.it
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set 11 2015
“Migranti in Europa: problema o risorsa?”. Il primo incontro dell’Istituto Arrupe in collaborazione con il Centro Astalli Palermo
L’Istituto di Alta Formazione Politica “Pedro Arrupe” ha ospitato l’incontro “Migranti in Europa: problema o risorsa?”. Tra i relatori, Maurizio Ambrosini docente di Sociologia delle Migrazioni e Sociologia Urbana all’Università degli Studi di Milano, e Chiara Peri responsabile della progettazione e addetta alle relazioni internazionali e al dialogo interreligioso presso il Centro Astalli di Roma, istituzione con cui l’istituto Arrupe è da anni in stretta collaborazione. L’incontro, introdotto da Nicoletta Purpura, direttrice dell’Istituto, ha previsto un momento di seminario durante il quale sono stati affrontati diversi temi riguardanti le migrazioni, con particolare attenzione all’analisi critica dell’agenda Juncker e degli ultimi fatti di cronaca riguardanti l’apertura delle frontiere europee ai profughi siriani. La presenza dei due relatori ha permesso di analizzare con pensiero critico anche la situazione dell’accoglienza in Italia, ripercorrendo le più importanti tappe che hanno portato alla legislazione odierna e, su questa base, cosa ci si aspetta dal futuro e quali proposte si possono avanzare per migliorare ciò che fino ad ora non è andato. All’incontro prettamente seminariale sono seguiti quattro gruppi di lavoro, riguardanti alcuni aspetti salienti del fenomeno migratorio in Italia e in Europa: il modello di accoglienza SPRAR, l’integrazione delle seconde generazioni di migranti e il ruolo della scuola e della famiglia, l’emergenza abitativa dei migranti, e la cooperazione imprenditoriale tra italiani e stranieri. I partecipanti ai vari gruppi si sono confrontati sugli argomenti attraverso le linee guida dettate dai moderatori ed hanno provato a trovare una risposta agli interrogativi e ai problemi che sono emersi durante i confronti. Le diverse esperienze dei partecipanti, che operano nel terzo settore e nello specifico sono a contatto a diverso livello con migranti, rifugiati e richiedenti asilo, ha permesso di affrontare il fenomeno da diverse prospettive, ha garantito una ricchezza sia negli interrogativi posti sia nelle possibili soluzioni da applicare nel concreto. Alla fine i gruppi hanno restituito in plenaria il risultato del lavoro svolto insieme. Quello di oggi è stato solo l’incontro di apertura di un ciclo di seminari che si svolgeranno presso l’istituto Arrupe sui temi della migrazione, dell’accoglienza, del diritto d’asilo, della normativa e dell’intervento europeo, con lo scopo di fare corretta informazione e fornire strumenti di azione concreta a chi opera nel settore e non solo. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra l’Istituto di Alta Formazione Politica, in particolare attraverso il suo Osservatorio per le Migrazioni, insieme al Centro Astalli Palermo che con il lavoro che quotidianamente svolge con i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo, «con i piedi ben sprofondati nel fango e le mani ben conficcate nella carne», fornisce preziose informazioni e spunti sempre nuovi di riflessione.
By Gaia Garofalo • News •
set 11 2015
La Marcia degli scalzi a Palermo. «Perché accogliere è l’unica via per restare umani»
Scalzi. Come chi viaggia per mesi, attraversa terre e confini, divora i chilometri per lasciarsi alle spalle tutto l’orrore, con un bagaglio pieno di speranza e progetti di vita. E non c’è nessun muro che li possa fermare, né quelli di ferro a difesa dei confini né il filo spinato ancor più tagliente dell’indifferenza, dei pregiudizi, dell’astio e della paura dell’altro. Sono queste le prime barriere che devono essere abbattute e il primo colpo, ben piazzato, lo ha sferrato ieri la città di Palermo, la prima città d’Italia ad aprire la “Marcia degli scalzi”, a sostegno di migranti, richiedenti asilo e rifugiati. I giornalisti hanno contato circa cinque mila presenze. Chi era presente molte meno. Ma per una volta i numeri non sono stati importanti, così come il nome, il titolo, la nazionalità, il colore della pelle. Il Centro Astalli Palermo era presente, senza striscioni né simboli, perché per una volta nemmeno l’appartenenza contava, fermamente convinti che quando si parla di diritti fondamentali l’unica cosa veramente importante sia essere uniti nel credere che il rispetto e la dignità della persona umana vadano messi al primo posto. La marcia è iniziata davanti il Teatro Massimo, simbolo della Cultura, di qualcosa che per definizione non esclude, che fa della diversità una ricchezza, simbolo di un’identità siciliana di cui il patrimonio culturale, sociale e umano dei migranti rappresenta una componente fondamentale. Poi verso via Ruggero Settimo, via Emerico Amari, l’incrocio con via Roma e via Crispi e la gente che si fermava a guardare tutti quei piedi nudi sull’asfalto. Fino ad arrivare al porto di Palermo, l’approdo di chi, dopo estenuanti viaggi, tocca la terra della propria speranza. E vicino tutti quei piedi nudi un foglio con oltre 20.000 nomi, 20.000 vite spezzate dal mare, accanto a quelle che invece un nome non l’hanno perché si sono spente troppo lontano dagli occhi dell’Occidente. 20.000 morti a ricordarci che dietro l’apertura delle frontiere dell’Europa che ci racconta la cronaca degli ultimi giorni, hanno peso la vita migliaia di uomini, donne e bambini, che ancora non sono stati previsti canali sicuri di ingresso, che manca una politica europea dell’asilo, che «accogliere è l’unica via per restare umani», che i profughi non sono solo quote da ripartire equamente tra i vari paesi, ma prima di essere migranti, rifugiati, richiedenti asilo sono persone umane. La marcia si è conclusa con la danza della pace e con la lettura di alcune testimonianze di chi, purtroppo, non ce l’ha fatta. «Che ritorni la pace e l’allegria. Questa terra è la vostra ed è anche la mia»
By Gaia Garofalo • News •
set 5 2015
I rifugiati in cammino abbattono il “Muro di Dublino”. Il commento del Centro Astalli
“La colonna di bambini, donne e uomini nel cuore dell’Europa sono quel canale umano che con caparbietà i siriani hanno costruito per sopperire alla mancanza di canali umanitari. La forza di questa gente dà a tutti noi una lezione di civiltà”. Così P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli commenta la decisione di Austria e Germania di aprire le frontiere e accogliere i migranti in cammino dall’Unhgeria.
Oggi assistiamo alla caduta del cosiddetto ”muro di Dublino”, grazie alla volontà e alla determinazione di un popolo in cammino per ottenere quanto viene chiesto incessantemente da anni a un’Europa sorda: pace e libertà.
L’Europa centrale in queste ore sta vivendo la medesima situazione che da anni ormai Italia, Spagna e Grecia si trovano ad affrontare riguardo agli arrivi di migranti forzati da paesi come Eritrea, Somalia, Nigeria dove conflitti atroci, terrorismo e persecuzioni, troppo spesso trascurati dal racconto mediatico, costringono le persone alla fuga.
Il Centro Astalli esorta le istituzioni nazionali ed europee a rendere strutturali e attivi sul lungo periodo canali umanitari sicuri.
Chiede inoltre la sospensione definitiva della Convenzione di Dublino e l’istituzione al suo posto di meccanismi di quote permanenti per un’equa distribuzione dei rifugiati tra tutti gli Stati membri e visti umanitari europei.
Invita inoltre la società civile a trasformare l’emotività e la commozione di questi giorni in atteggiamenti costrutti e fattivi per un’accoglienza nei territori che sia dignitosa e rispettosa dei diritti dei rifugiati.
By Gaia Garofalo • News •
set 21 2015
Leader d’Europa: proteggere le vite deve essere la priorità
Il JRS Europa esorta la riunione straordinaria del Consiglio Europeo del 22 Settembre a intraprendere urgentemente un’azione comune per proteggere i rifugiati in Europa. L’ultima riunione del Consiglio dei Ministri tenuta a Bruxelles il 14 Settembre ha fallito nell’intento di far propria l’ospitalità dimostrata ai richiedenti asilo dalla società civile e dalle persone nelle scorse settimane.
“In che modo la politica comune di accoglienza può rispecchiare l’accoglienza diffusa messa in atto dalla società civile europea?” chiede il direttore del JRS Europa Jean-Marie Carrière SJ. “Abbiamo bisogno di una gestione comune che garantisca l’effettiva protezione di coloro che fuggono da guerra ed oppressione”.
La dignità umana
Il JRS chiede ai governi europei di lavorare assieme e di astenersi dall’intraprendere azioni unilaterali come chiudere i confini e affrontare i migranti con polizia in assetto antisommossa e gas lacrimogeni, come sta accadendo al confine serbo-ungherese. Vogliamo ricordare ai governi europei di assolvere gli obblighi previsti dalla Convenzione ONU per i Rifugiati e richiamarli a:
1. Avere rispetto del diritto dei singoli individui all’asilo così come sancito dalla Carta Europea dei Diritti Fondamentali e non trasferire gli obblighi in materia di protezione a paesi terzi che non sono in grado di garantire standard di protezione appropriati.
2. Creare vie sicure e legali di accesso all’Europa. Le persone traumatizzate affrontano rotte pericolose per arrivare in Europa, spesso rivolgendosi a scafisti e trafficanti come loro unica possibilità di salvezza. Noi continuiamo a richiedere all’Unione Europea di creare per i rifugiati dei canali per raggiungere l’Europa in maniera sicura: ad esempio utilizzando“visti umanitari”, abolendo requisiti onerosi richiesti per i visti, ampliando il numero di posti in programmi di re insediamento, liberalizzando le norme per il ricongiungimento familiare.
Proposte di ricollocamento
Il JRS Europa accoglie con soddisfazione l’accordo formale del Consiglio di trasferire 40.000 richiedenti asilo dall’Italia e dalla Grecia, che sostituisce il precedente impegno volontario ad accogliere 32.256 richiedenti asilo raggiunto al summit di luglio. Il ricollocamento potenzialmente aiuta ad assicurare la protezione e a garantire un’accoglienza dignitosa, a condizione che esso sia realizzato nel rispetto dei bisogni delle persone vulnerabili.
Il JRS Europa è preoccupato dalla proposta di usare altre misure coercitive associate all’implementazione del piano di ricollocamento, cioè la detenzione, l’uso della forza e delle minacce di espulsione per il ottenere il fotosegnalamento.
“La dignità dei richiedenti asilo deve essere rispettata in tutti i casi,” afferma Mark Provera, responsabile per le politiche e per l’advocacy del JRS Europa.
“Il programma di ricollocamento non deve essere usato come giustificazione per negare i diritti umani di una persona. Finora, risulta una misura obbligatoria per i richiedenti asilo e non è chiaro se il consenso, le preferenze e i bisogni degli individui verranno tenuti in considerazione.”
La ricerca condotta dal JRS Europa in occasione del progetto Protezione interrotta/ Protection Interrupted rivela che se i bisogni e i desideri di un richiedente asilo non vengono tenuti in considerazione, la vulnerabilità e il rischio di povertà possono aumentare e lui o lei possono decidere di trasferirsi in uno Stato Membro dove sentono che la loro dignità è maggiormente protetta. La proposta del Consiglio di usare la detenzione per prevenire movimenti secondari non tiene conto del grave danno che l’attuale sistema sta infliggendo a bambini, donne e uomini in condizione di vulnerabilità.
Salvare vite ora
Senza un’azione europea concertata con ogni probabilità la situazione dei confini dell’Europa peggiorerà, mettendo a rischio l’accesso alla protezione delle persone e la loro stessa possibilità di sopravvivere.
Per approfondire:
Il JRS Europa con un gruppo di 7 ONG cristiane ha mandato una lettera ai parlamentari europei, mostrando come un sistema di visti umanitari contribuirebbe a salvare molte vite. Si può leggere la lettera, seguita da alcune testimonianze, cliccando qui.
Alla vigilia dell’ultimo incontro del Consiglio dell’UE, il JRS ha mandato una lettera a Presidente del Consiglio dell’UE, Donald Tusk, sollecitandolo a usare il suo ruolo per promuovere un’azione umanitaria comune. La lettera è disponibile cliccando qui.
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